<< Stagione di Concerti 2020/2021

Sabato 24/10/2020 ore 20:30
Duo Francesco Dillon ed Emanuele Torquati
Musiche di Beethoven e Winkelman

Concertisti

Francesco Dillon
violoncello

Emanuele Torquati
pianoforte

Programma

Il Duo Dillon-Torquati propone sin dall'inizio della sua attività, ormai più che decennale, programmi e percorsi innovativi che sovente mettono in relazione opere del grande repertorio del passato con la musica del nostro tempo.
Nel 2020 ricorre il 250esimo anniversario dalla nascita di Beethoven e la sua opera rivoluzionaria e radicale risulta più che mai viva  ed attuale.
È stato dunque inevitabile cercare un dialogo con il contemporaneo attraverso la commissione di tre nuovi lavori che possano rispondere alle infinite domande e sollecitazioni del corpus beethoveniano.
La sfida è stata dunque lanciata a tre autori che ben rappresentano l’estrema varietà di attitudini ed estetiche dell’oggi: la svizzera Helena Winkelman, l’italiana Daniela Terranova e il messicano Arturo Fuentes. Tre voci distinte nel panorama della musica di oggi, che si definiscono per forza espressiva e visione artistica e tre opere che ci aiuteranno a porre in prospettiva attuale la visione infinita del genio di Bonn.

Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)

Sonata op. 5 n. 1

I. Adagio sostenuto. Allegro

II. Rondò: Allegro vivace

Helena Winkelman (Schaffhausen, Svizzera, 1974)

Vis a Vis Goya (2019)

Sette riflessioni su Sette disegni in Sette minuti per violoncello e pianoforte – prima italiana

Double Portrait Equestre
Panthère
Etudiant/Grenouille
Songe
Le scieurs de long
Groupe de têtes caricaturales
Le géant

Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)

Sonata op. 69

I. Allegro ma non tanto

II. Scherzo. Allegro molto (la minore)

II. Adagio cantabile (mi maggiore) - Allegro vivace


Sette riflessioni su Sette disegni in Sette minuti:
Helena Winkelman (Schaffhausen, Svizzera, 1974) – Vis a Vis Goya (2019)
Queste miniature musicali intendono catturare la forte atmosfera che emana dai disegni di Francisco de Goya, contemporaneo di Beethoven e come lui avente una simile importanza rivoluzionaria nel campo della pittura. Entrambi dovettero convivere col periodo delle guerre  napoleoniche ed entrambi divennero sordi alla fine della loro vita. Goya molto improvvisamente all'età di 46 anni, mentre Beethoven più gradualmente, ma quest'ultimo iniziò a scrivere i suoi diari di conversazione (perchè non riusciva più a udire I suoi amici) più o meno alla stessa età. Per questo il silenzio svolge un ruolo cruciale in questi brani ove l'ideale incontra il grottesco secondo una giustapposizione che sottolinea la più grande differenza tra I due artisti: Beethoven rivendicava la fratellanza tra gli uomini, mentre Goya li ritraeva nella loro individualità in maniera scioccante e caricaturale. Durante il processo compositivo due questioni sono divenute d'importanza fondamentale: quanto idealista dovette diventare Goya per ritrarre così fortemente la sofferenza umana e in che misura nelle composizioni beethoveniane possiamo riconoscere il grottesco nonostante esse sembrino alle nostre orecchie così consonanti e ben organizzate?

Helena Winkelman
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